Negli ultimi anni mi è capitato di andare più volte a Londra per piacere. Non sono una persona che si lascia conquistare dalle città, soprattutto quelle nelle quali il meteo è spesso bizzoso. Ecco Londra non mi ha conquistata, troppo caotica, troppo veloce e troppo piena di gente e di tutto. Però mi ha lasciato la sensazione che sia un posto nel quale si possa riuscire a essere presenti senza snaturarsi.
L’ultima volta che mi ha ospitato mi ha lasciato una voglia di conoscere meglio quello che è il mio ambito nella gelida Albione. E allora via alla ricerca degli atelier di abiti da sposa dislocati quasi tutti nella zona Ovest della città e quasi tutti intorno ad un paio di vie.
Inciso: da Italiana mi aspetto che ovunque esista una creatività e una differenziazione di prodotto pari a quella presente nel nostro paese. Non è così in quasi nessuna parte del mondo.
A Londra mi è piaciuto lo stile degli atelier, la freschezza degli abiti di alcuni designer inglesi e la naturalezza con la quale siamo stati accolti in uno di essi dalla designer, solo dopo una brevissima telefonata di presentazione. Inoltre quella che trovo essere la forza dei designer inglesi e del comparto nozze in genere è che riescano a fare sistema tra loro. Pur essendo ognuno carattterizzato fortemente, gli operatori del settore, designers, blogger, directories, fiere di settore riescono a sostenersi come se fuori dall’inghilterra non esistesse nulla… una concezione molto protezionista che porta i suoi frutti senza per questo negare agli operatori stranieri di essere presenti a patto che abbiano dei rivenditori sul territorio.
Nella trasformazione della mia attività attraverso questi ultimi anni, mi è continuata a frullare in testa l’idea di avere un minimo sviluppo come produttore di nicchia, con pochi distributori, super selezionati e con la voglia di provare a confrontarmi con le realtà oltre confine. Tutto questo non era altro che un embrione nella mia testa finchè un incontro, come spesso succede, non ha aperto la porta giusta. A volte il caso decide per te e la coincidenza ti porta a pensare che quello è il momento giusto per prendere in mano il progetto che fluttuando tra i tuoi pensieri non era mai stato più che un alito di vento…
Grazie all’intraprendenza e alla conoscenza con Tatiana di Taala (che si merita per come è e per cosa crea un articolo a parte, prestissimo sul blog), siamo venuti in contatto con la persona che ha dato corpo alla nostra idea. Una ragazza Italiana che vive Londra ha deciso di sfogare il suo amore per gli abiti da sposa riempiendo un vuoto, cogliendo l’opportunità della nicchia che a noi piace tanto come concetto, aprendo una bridal boutique di abiti esclusivamente Made in italy… e nella zona di Londra opposta a quella nella quale aprono tutti: in piemontese si direbbe essere un “bastian cuntrari”, uno che fa le cose di testa sua spesso andando contro alle mode, è l’elemento di rottura, la pecora nera che sfida le convenzioni ma è riconoscibilissima in mezzo a tutte quelle bianche ed è affascinante per la sua unicità.
Da Febbraio a Londra, nella vivacissima e trendy zona di Shoreditch, da Rock & Lace fa bella mostra di sé una serie di abiti che Maria Rosaria ha scelto insieme a noi dalla nostra collezione per iniziare a annusare l’aria di Londra. Perché se è vero che Londra non mi ha conquistata non vuol dire che non si faccia conquistare… e allora proviamoci, quindi God Save The Queen!